“Qual è la Nobile Verità del Sentiero che
conduce alla Cessazione del Dolore? E’ il Nobile Ottuplice Sentiero e cioè: Retta
Comprensione, Retta Aspirazione, Retta Parola, Retta Azione, Retti Mezzi di Sostentamento,
Retto Sforzo, Retta Presenza Mentale, Retta
C’è la Nobile Verità del Sentiero che
conduce alla cessazione del Dolore: questa fu la visione, l’intuizione, la
saggezza, la conoscenza e la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima... Tale Nobile
Verità deve essere penetrata coltivando il Sentiero... Tale Nobile Verità è stata
penetrata coltivando il Sentiero: fu questa la visione, l’intuizione, la saggezza, la conoscenza e
la chiarezza che sorsero in me su cose mai udite prima”. [Samyutta Nikaya LVI, 11]
II sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza si chiama
Via di Mezzo perché evita i due estremi dell'auto-indulgenza e
dell'automortificazione, comportamenti eccessivi che non conducono alla pace mentale.
Questa via, elaborata nel
Nobile Ottuplice Sentiero, consiste nel coltivare la virtù,
la serenità meditativa e la saggezza:
- La perfezione della comprensione: la
retta comprensione delle verità fondamentali dell'esistenza.
- La perfezione dell'intenzione: pensieri
motivati da gentilezza amorevole, compassione e rinuncia.
- La perfezione della parola: veritiera,
gentile e appropriata, che porta armonia.
- La perfezione del comportamento: non
fare del male, non rubare e non tenere una condotta sessuale scorretta.
- La perfezione nei mezzi di sussistenza:
guadagnarsi da vivere in un modo che non danneggi o sfrutti gli altri o se
stessi.
- La perfezione dello sforzo: coltivare e
mantenere stati mentali salutari e contemporaneamente superare e tenere a bada
gli stati mentali non salutari.
- La perfezione della presenza mentale:
consapevolezza del proprio corpo, delle sensazioni, della mente e degli oggetti
mentali.
- La perfezione della concentrazione
meditativa: profonda unificazione, pace e purezza mentale.
Gli elementi dell’Ottuplice Sentiero,
raggruppati in tre sezioni, sono:
·
Saggezza
(pañña)
Retta
Comprensione (samma ditthi)
Retta
Aspirazione (samma sankappa)
·
Moralità
(sila)
Retta Parola
(samma vaca)
Retta Azione (samma
kammanta)
Retti Mezzi
di Sostentamento (samma ajiva)
·
Concentrazione
(samadhi)
Retto Sforzo
(samma vayama)
Retta
Consapevolezza (samma sati)
Retta
Concentrazione (samma samadhi)
Quando tutti gli otto fattori del Sentiero sono perfezionati e
maturi, si penetra nella vera natura dell'esistenza con intuizione profonda e
si raccoglie il frutto dell'insegnamento del Buddha: saggezza
perfetta e liberazione definitiva.
RETTA COMPRENSIONE
Il primo elemento dell’Ottuplice Sentiero è la Retta Comprensione,
che sorge dall’intuizione profonda delle prime tre Nobili Verità. Questa
intuizione vi dà una perfetta comprensione del Dhamma, cioè la comprensione che
“tutto ciò che è soggetto alla nascita è anche soggetto alla morte”. E’
semplicissimo! Non vi sarà difficile capire, razionalmente almeno, che “tutto ciò
che è soggetto a nascere è anche soggetto a morire”, ma per molti di noi ci
vuole parecchio tempo per capire ciò che queste parole vogliono veramente dire,
in modo profondo, non solo attraverso una comprensione intellettuale.
Quando sviluppiamo la Retta Comprensione, usiamo l’intelligenza
per riflettere sulle cose e contemplarle. E usiamo anche la presenza mentale, sempre
aperti al modo in cui ogni cosa è così com’è. Quando riflettiamo così, usiamo sia la saggezza
che la consapevolezza.
Cerchiamo quindi di adoperare la nostra capacità di giudizio con
saggezza (vijja) invece che con ignoranza (avijja). Questo insegnamento sulle Quattro Nobili
Verità è un aiuto affinché usiamo la nostra intelligenza – l’abilità a contemplare,
riflettere e pensare – in modo saggio, per non diventare auto-distruttivi, avidi o pieni di odio.
RETTO PENSIERO
Il Secondo Nobile Sentiero è il Retto Pensiero. Così viene
definito dal Buddha: "Il Retto Pensiero consiste nel pensiero in
cui non c'è nè confusione nè distrazione, nè ira nè odio, nè desiderio nè
libidine [...] il Retto Pensiero consiste nel pensiero in cui c'è l'Amore
Universale".
Per realizzare questo pensiero privo di sofferenza, il Buddha suggerisce
le Quattro Contemplazioni:
·
per
superare la confusione e la distrazione, consiglia di concentrarsi sul respiro,
per schiarire la mente e consentirle di focalizzarsi al meglio;
·
per
superare l'ira e l'odio, consiglia di praticare la contemplazione della
compassione, per capire le cause di questi sentimenti negativi;
·
per
superare il desiderio, consiglia di concentrarsi sull'impermanenza, al fine di
ricordarci che ogni cosa ha un inizio e una fine;
·
per
superare la libidine, consiglia di dedicarsi alla contemplazione della morte,
che fa luce sul disfacimento di tutte le cose.
In altre parole, il Buddha ci spinge a padroneggiare il trsna,
la "sete di esistere", da rimpiazzare piuttosto i pensieri positivi,
i Quattro Incommensurabili: "La gentilezza amorevole, la
compassione, la gioia compartecipe e il non attaccamento [...] praticandoli
diverrai una sorgente di vitalità e di felicità per tutti gli esseri".
Il Retto Pensiero consiste nell'eliminazione coercitiva del
pensiero negativo e nello sforzarsi di costruire un sistema di pensieri
positivi.
RETTA PAROLA
Il significato della Retta Parola indicata dal Buddha è usare
il linguaggio in maniera costruttiva, consapevole ed efficace, rinunciando alla
tentazione di danneggiare il prossimo.
Possiamo suddividere la Retta Parola in quattro categorie:
·
Astensione
dalla parola falsa, che equivale in sostanza a non mentire; oltre che un
evidente valore morale, evitare di distorcere la realtà significa anche averne
una migliore percezione, che come sappiamo è la base per intraprendere la via
buddhista;
·
Astensione
dalla parola divisiva, ovvero evitare di creare discordia e gettare zizzania
volutamente; il comportamento opposto e appropriato è la parola che costruisce
amicizia e armonia;
·
Astensione
dalla parola aspra, cioè non proferire linguaggio ingiurioso o critiche feroci
il cui unico fine è danneggiare il prossimo;
·
Astensione
dalla parola oziosa, che spinge a eliminare i discorsi vuoti, le
chiacchiere vane, il cicaleccio superficiale.
RETTA AZIONE
Il Quarto Nobile Sentiero buddhista è la Retta Azione, che consiste
nei Cinque Precetti (pañca sīla):
1. astenersi dall'uccidere
o dal nuocere agli esseri viventi;
2. astenersi dal rubare;
3. astenersi dall'erronea
condotta sessuale;
4. astenersi dall'uso di un
eloquio volgare o offensivo e dal mentire;
5. astenersi dall'alcool o
dalle sostanze che alterano la lucidità mentale.
Sinteticamente, il succo della Retta Azione è agire
consapevolmente e in maniera costruttiva, senza MAI danneggiare il prossimo procurandogli
ansia, sofferenza o depressione.
RETTA CONDOTTA DI VITA
Il Quinto Nobile Sentiero buddhista è la Retta Condotta di
Vita, e tratta del modo di procurarsi i mezzi di sussistenza.
Consiste nello svolgere un mestiere che non vada in conflitto con
quanto enunciato nell'Ottuplice Sentiero (in primis con i Cinque Precetti
enunciati per la
Retta Azione).
Per cui, assassini, spacciatori e trafficanti possono scordarsi l'illuminazione.
Non è soltanto una questione morale, quanto piuttosto il fatto che
i sensi di colpa generati da tali "professioni" sono di continuo
rinnovati dalle azioni necessarie alle stesse, il che renderebbe inutile
qualsiasi tentativo di eliminazione della sofferenza psichica, ansia e
depressione incluse. E conseguenzialmente diviene impossibile lo sviluppo della
serenità interiore necessaria al raggiungimento dello stadio del Nibbana.
RETTO SFORZO
Il Retto Sforzo significa sia impegnarsi ad eliminare la
negatività che alberga in ognuno di noi, sia impegnarsi per prevenire un suo
nuovo sviluppo in futuro. Ma implica anche un mantenimento della positività che
già c'è nella nostra persona e un impegno nella promozione della stessa.
Quindi, strenua opposizione al male e costante foraggiamento al
bene, in qualsiasi forma essi ci vengano incontro. Lasciare andare gli stati
non salutari e coltivare quelli salutari, confidando nella pratica buddhista.
"Fratelli, fate lo sforzo di guardare
dentro voi stessi. Concentrate la vostra attenzione sul vostro pensiero,
osservate come esso nasce, cresce e muore, come esso è impermanente e come i
suoi fantasmi non sono reali [...] scoprirete che nella realtà non vi è
sofferenza, ansia o depressione: esse sono soltanto nel vostro pensiero [...]
attuate il Retto Sforzo della concentrazione dell'attenzione sulle vostre
sensazioni, sulle vostre emozioni e sul vostro pensiero e realizzerete
la Retta Concentrazione".
Il succo del Retto Sforzo consiste dunque nella volontà di
attuazione della Retta Concentrazione, ossia dell'osservazione del proprio
pensiero.
RETTA CONSAPEVOLEZZA
Il Settimo Nobile Sentiero buddhista è la Retta
Consapevolezza, che si riferisce all'essere sempre coscienti di quanto si sta
facendo o dicendo, in qualunque situazione. In questa maniera è più facile
continuare a fare ciò che è giusto, cioè ciò che rende felici noi e gli altri,
ed evitare le influenze negative dovute a sofferenza, ansia o depressione.
Utile riportare un esempio fatto dal Buddha in persona.
“Cosa significa mangiare un mandarino con consapevolezza?
Mangiando un mandarino, sapete che lo state mangiando. Ne gustate pienamente la
fragranza e la dolcezza. Cosa significa mangiare un mandarino senza
consapevolezza? Mangiando un mandarino, non sapete che lo state mangiando. Non
ne gustate la fragranza e la dolcezza. Se non siete consapevoli di mangiarlo,
il mandarino non è reale. Se il mandarino non è reale, neppure chi lo mangia è
reale. Ecco cosa significa mangiare un mandarino senza consapevolezza".
Il succo della Retta Consapevolezza consiste in definitiva nel rivolgere
la propria attenzione alla realtà che ci circonda, al qui e ora, e interagire
con essa.
RETTA CONCENTRAZIONE
La Retta Concentrazione è senz’altro il più importante Nobile
Sentiero buddhista
Le parole del Buddha sono ancora una volta la via
migliore per esplicare il concetto.
"La Retta Concentrazione consiste nella concentrazione sul
pensiero. La concentrazione sul pensiero consiste nell'osservazione distaccata
dei propri pensieri. Osservate con distacco i vostri pensieri come osservate
con distacco il volo lontano degli uccelli nella pace della sera. Imparate
dalla terra: se la si cosparge di fiori fragranti o la si ricopre di feci, la
terra riceve ogni cosa con equanimità, senza preferenze o avversioni.
Quando nasce un pensiero, piacevole o spiacevole, non fatevene
intrappolare e non diventatene schiavi. Osservatelo con distacco e lasciatelo
andare: esso non crescerà dentro di voi e non produrrà il frutto avvelenato
della sofferenza.
Se voi fate crescere i vostri pensieri, essi divengono
potentissimi e si impadroniscono di voi e vi rendono schiavi. Osservando con
distacco il vostro pensiero, voi scoprirete una grande insospettata verità: che
il vostro pensiero non è il prodotto della vostra volontà, ma è una pianta
autonoma e indipendente da voi, alimentata dal vostro attaccamento, e che le
sue radici affondano nella vostra paura.
Praticando l'osservazione distaccata del pensiero, i pensieri vani
cesseranno e voi dimorerete nella Pura Coscienza. Con la concentrazione,
potrete vedere in profondità nella natura delle cinque modalità della
percezione: le sensazioni, le emozioni, i pensieri, la volontà e la
coscienza".
Il succo della Retta Concentrazione è quindi l'osservazione
distaccata della mente, altresì nota come meditazione.