Le posture prescritte
nell’Ashtanga Vinyasa e l'ordine in cui vengono eseguite, sono specificamente
progettate per generare un progressivo aumento del calore, della forza e della
flessibilità del corpo. Le posture si integrano tra loro per promuovere un
preciso equilibrio tra l'allungamento e il rafforzamento fisico e sono un
esercizio completo per il corpo, la mente e lo spirito.
Nell’Ashtanga Yoga ci sono tre gruppi (o livelli) di sequenze, ciascuna con
caratteristiche proprie ma tutte finalizzate ad integrare in modo armonico
forza e flessibilità, stabilità e leggerezza.
La Prima
Serie è chiamata Yoga Cikitsā. Yoga Cikitsā significa Yoga Terapia e,
in effetti, disintossica ed allinea il corpo eliminando tutte le asimmetrie. Si
tratta di circa 75 posizioni, la cui
esecuzione richiede circa 90 minuti; si inizia con le due varianti del Saluto al sole
(Surya Namaskara A e B) per poi
passare alle posture in piedi, quelle sedute e le posture finali
La Serie
Intermedia (Nadi Shodhana, ossia pulizia delle Nadi) purifica e
rafforza il sistema nervoso. Le Serie Avanzate (Sthira Bhaga)
vanno ancora più in profondità integrando grazia e stamina, agilità ed
equilibrio, rendendo il corpo leggero, privo di tensioni e meno soggetto ad
affaticamento.
Il primo
approccio alla pratica avviene con le Lezioni Guidate di gruppo. Vengono
sviluppati i fondamenti della pratica e
gli studenti sono guidati gradualmente, con spiegazioni e momenti di pausa, al
respiro Ujjayi, ad un primo accenno ai Bandha (Mula e Uddiyana Parziale), e condotti
attraverso i Saluti al Sole e le prime sei posture fondamentali dell'Ashtanga
Yoga.; la classe finisce con le posture finali seguite dal rilassamento.
Seguendo lo
stile di insegnamento di Guruji Jois , una volta acquisita questa
sequenza parziale, lo studente è invitato a lavorare in lezioni individuali,
dette Mysore Style: ogni studente segue la serie terminando la propria
pratica nel punto indicato dall'insegnante, secondo il proprio ritmo, sempre
sotto l’occhio vigile dell’Insegnante. Mano a mano che la pratica individuale
acquisirà forza, resistenza e flessibilità verranno assegnate nuove Asana per
proseguire il percorso nella sequenza. Mysore è anche lo stile migliore
per imparare in quanto porta e mantiene l’attenzione al centro e all'interno
piuttosto che all'esterno verso le distrazioni.
Una parte
profonda della tradizione è il mantra d’apertura che dà inizio ad ogni
pratica Ashtanga, in cui si rende onore a questa antica tradizione e a
Patanjali. La pratica si chiude con il tradizionale mantra della pace
(Shanti Mantra): l’energia che abbiamo creato durante la pratica è inviata
a tutti gli esseri senzienti in forma di amore, luce e pace.
Ashtanga
e Cicli Lunari
Sappiamo che la
Luna condiziona le maree. Anche quelle dentro di noi, che siamo composti per
tre quarti di acqua. Influenza anche la nostra pratica di Yoga.
L'aspetto della luna ci segnala quando noi e la natura tutta siamo in fase di
accumulo, di crescita ed espansione, di attività (luna crescente) e quando
siamo in fase di riduzione, di selezione, eliminazione e depurazione, di
raccoglimento e concentrazione (luna decrescente). L'energia prende due
direzioni diverse, in alternanza. Esattamente come nel respiro.
I momenti più forti sono ovviamente quelli di cambio di fase: la luna piena e la luna nuova, in cui le caratteristiche descritte raggiungono il picco massimo.
I momenti più forti sono ovviamente quelli di cambio di fase: la luna piena e la luna nuova, in cui le caratteristiche descritte raggiungono il picco massimo.
Sotto luna
piena le forze sono amplificate, l'entusiasmo tende alla foga, la psiche è più
irrequieta e distante dal corpo: può accadere di esagerare inavvertitamente e
sollecitare eccessivamente muscoli e articolazioni. Sotto luna nuova l'energia
viene dispersa più facilmente: siamo più deboli e meno inclini allo sforzo
fisico. Sono momenti in cui si alza il rischio di infortunarsi, e per di più
eventuali danni sono molto più lenti a risolversi.
La pratica
costante dell’Ashtanga Yoga ci connette non solo per noi stessi, ma ci mette
anche in giusto rapporto con l'ambiente e ci sincronizza con i ritmi naturali
dell'universo.
E’ questo il
motivo per cui, nella tradizione dell'Ashtanga, non si pratica in luna nuova e
in luna piena.
Vinyasa
La parola
sanscrita vinyasa, deriva da “vi”, che significa
"andare", "movimento" e da “nyasa” che significa
"luogo". Il termine descrive il concetto di “respiro coordinato con
il movimento”. Tutte le posture sono collegate in una sequenza precisa e l’esecuzione
di ogni asana contiene un numero preciso
di transizioni sincronizzate entra respirazione e movimento.
Nel suo libro
Yoga Mala, Sri K. Dettagli Pattabhi Jois prescrive che ogni asana inizi
con lo studente in Samasthitih -postura in piedi, pronto a sincronizzare il
movimento e la respirazione- e termini nella stessa posizione, con un numero
esatto di transizioni sincronizzate, o vinyasa, nel mezzo.
Questi principi
sono introdotti dall'inizio del Surya Namaskara A, che comprende nove movimenti
sincronizzati con la respirazione.
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